In collaborazione con il comune di Giussano, Kairós Magazine esporrà alcuni tra i migliori scatti di fotografia di scena in Villa Mazenta. Inaugurazione il 2 febbraio alle ore 16:30 con aperitivo di benvenuto e spettacolo musicale.
Nascosto nel buio, armato della sua preziosa attrezzatura ma soprattutto di una grande capacità di intuizione,il fotografo di scena è l’unico dei protagonisti di questo mondo che finisce per non apparire. Il teatro è una scatola delle meraviglie, un frammento di fantasia imprigionato in una convenzione, una luce che scosta l’oscurità per sorprendere. È allora che i protagonisti occupano il palcoscenico con l’incantevole spettacolo della finzione perché ogni passo di danza, ogni inflessione di voce, ogni passaggio musicale rappresentano sì la vita ma non la portano davvero in scena. L’unico ad inseguirla come fosse vera è il fotografo perché per lui il gesto delicato della mano di una ballerina o l’espressione intensa assunta da un attore sono momenti da non perdere essendo il suo compito quello di esaltare la bellezza di un istante per restituircelo in tutta la sua pienezza. Diceva Alexander Lieberman, mitico art director di “Vogue”, che il fotografo non deve semplicemente cogliere l’istante per come gli si presenta ma trasformarlo in qualcosa che – grazie alla sua armonia compositiva e alla sua classicità – sappia rimanere nel tempo. Lo sanno bene i giovani autori della collettiva Uno spettacolo di fotografia, provenienti dai corsi tenuti presso l’Accademia del Teatro alla Scala dove, in tempi diversi, si sono diplomati per poi continuare in quella che non è solo un professione ma anche, e forse soprattutto, una passione.L’intreccio delle diverse personalità ha consentito di affrontare il mondo dello spettacolo in tutte le sue diverse inclinazioni, dalla danza al teatro, dalla musica nelle sue diverse inclinazioni al melodramma e al circo esaltando così la capacità propria della fotografia di catturare quell’altrimenti impalpabile atmosfera carica di emozioni che lega per un tempo breve ma intensissimo artisti e pubblico. Non è davvero importante sapere di quale spettacolo queste fotografie parlano perché nel loro complesso li evocano tutti. Così, quando in questa mostra una intera e corposa sezione è dedicata al ritratto, si ha la sensazione di trovarsi di fronte a un intero mondo i cui protagonisti si presentano al proscenio per rappresentare, prima ancora di quella del teatro, la varietà della vita.
Hidden in the dark, armed with precious instruments and, above all, a great capacity for intuition, the photographer of the performing arts is the only protagonist of this work that ends up not appearing. The theater is a container of marvels, a fragment of fantasy imprisoned in a convention and a light that pushes aside the darkness in order to surprise. The protagonists occupy the stage with the enchanting spectacle of pretending because every dance step, every voice inflection, every musical passage, yes, represents life, but they don’t really bring them onto the stage. The only ones to follow it as if it were really true are the photographers because for them the delicate hand gesture of a ballerina or the intense facial expression adopted by an actor are moments not to be missed, since their role is to exalt the beauty of an instant in order to give it back to us in all its fullness. Alexander Lieberman, legendary art director of Vogue, used to say that photographers mustn’t simply capture the instant as it presents itself, but transform it in something that—thanks to a harmonious composition and its classical nature—is able to last. The young artists of the exhibit, “Uno spettacolo di fotografia” (“Performing Photography”) know this, well. They come from classes held at the Academy of the La Scala Theater where, in different periods, they graduated, and then continued in what is not only a profession, but—and perhaps, above all—also a passion. The intersection of the diverse artistic personalities makes it possible to explore the world of the performing arts in all its diverse facets, from dance to theater, from music variously expressed to melodrama and the circus. In this way, the capacity of photography to capture that otherwise impalpable atmosphere charged with emotions that links, briefly but intensely, artists and spectators is exalted. It’s not important to identify the individual performance because these photographs evoke them all. In this way, when a whole and significant section of this exhibit is dedicated to the portrait, one has the sensation of being in front of an entire world whose protagonists present themselves in order to represent not just the theater, but above all, the variety of life, itself.
Villa Mazenta
Piazza San Giacomo 14
Giussano (Monza e Brianza)
Orari di apertura:
venerdì e sabato – dalle ore 15:30 alle 18:30
domenica – dalle 10:00 alle 12:00 e dalle 15:30 alle 18:30